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Visualizzazione dei post da settembre, 2014
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GUERRA AL RENZISMO 30 Settembre 2014 nota di Marco Ferrando Matteo Renzi ha scelto la via della guerra al movimento operaio per nutrire le proprie fortune di aspirante Bonaparte. E' l'ora che il movimento operaio dichiari guerra al renzismo. Non sarà Massimo D'Alema , già guida in altre stagioni dell'offensiva anti operaia, a salvare i lavoratori e l'articolo 18. Non saranno i vecchi trasformisti liberali a sbarrare la strada ai nuovi guappi reazionari. Al contrario: proprio il discredito della vecchia guardia PD ha spianato la strada al renzismo, che oggi usa oltretutto quel discredito come leva complementare del proprio attacco al lavoro ( il “nuovo” contro il “vecchio”). Ogni subordinazione del movimento operaio e sindacale alla dialettica interna al PD è dunque non solo infondata ma suicida. Si impone invece una logica di classe indipendente: una mobilitazione autonoma e di massa dei lavoratori all'altezza della sfida la
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Ucraina, tra guerra e reazione Intervista a Yuri Shakhin, Proty techii (Controcorrente) 15 Settembre 2014 La situazione ucraina è di nuovo sull'orlo di un'ulteriore precipitazione. Mentre l'obiettivo dell'assedio finale ad est potrebbe risolversi in una resa dei conti, in stile ceceno, senza possibilità di uscita per Donetsk, una permanente guerriglia a bassa tensione è ciò che resta e che minaccia costantemente la tregua seguìta ad una battaglia strategica come quella di Mariupol', porto sul mare di Azov, prima offensiva che sia mai stata tentata da Donetsk, a fine agosto. Il tutto mentre Poroshenko lavora al coinvolgimento della NATO e fa sfoggio di volontà revansciste ("La Crimea tornerà ad essere ucraina"). Degli sviluppi degli ultimi mesi ad est e ad ovest e dell'intera situazione abbiamo parlato a fine agosto, in occasione del campeggio internazionalista del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori, in Turchia, con Yuri
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RISOLUZIONE POL ITICA Comitato centrale PCL del 19  e 20 luglio 2014 30 Agosto 2014 La crisi capitalista continua a segnare lo scenario mondiale. A sette anni dall’esplosione della bolla finanziaria dei subprime, il ciclo economico rimane caratterizzato da una profonda crisi di sovrapproduzione, da significativi squilibri tra poli capitalisti, dal riproporsi di successive bolle finanziarie per costruire sbocchi temporanei all’immensa massa di capitale accumulata. In un quadro di marcato sviluppo ineguale e combinato tra i diversi poli mondiali, permangono se non si aggravano le contraddizioni tra la necessità capitalista di una distruzione generalizzata di capitale (inevitabilmente ineguale e combinata, con conseguenti redistribuzioni della divisione internazionale del lavoro e del capitale, e quindi dei rapporti di forza tra potenze); la contrasta costruzione di blocchi continentali con resistenze e contese tra diversi governi e capitali nazionali; l’a