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Visualizzazione dei post da 2020

LA FASE ATTUALE

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  Portare nelle lotte la prospettiva di rivoluzione! Contro il fronte unico dei padroni un fronte unico di classe e di massa 22 Ottobre 2020 Testo del volantino (allegato in fondo alla pagina) per le iniziative della giornata di mobilitazione nazionale del 24 ottobre Dare continuità all’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi! Estendere ed unificare le lotte attorno ad una piattaforma generale! Portare nelle lotte la prospettiva di rivoluzione!   La pandemia si sovrappone a un’offensiva frontale del padronato e a una nuova grande crisi del capitalismo mondiale . Confindustria fa muro sul rinnovo dei contratti, annuncia un milione di licenziamenti, reclama i pieni poteri nelle aziende. Il governo regala ai padroni lo sblocco dei licenziamenti, stoppa il rinnovo dei contratti pubblici, mantiene tutto il peggio dei decreti Salvini contro picchetti, blocchi stradali, occupazioni.  Le burocrazie sindacali, Landini in testa, non solo non organizzano la difesa del lavoro ma ap
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Si allargano gli scioperi operai Scricchiola l'unità nazionale fra sindacati e padronato 24 Marzo 2020 Gli scioperi operai riprendono e si allargano, contro la pretesa di Confindustria e governo di imporre la continuità della produzione e del lavoro, a prescindere da ogni condizione di sicurezza per chi lavora, da ogni rapporto con la distribuzione territoriale del contagio, da ogni attinenza reale con le esigenze essenziali sanitarie e alimentari. Gli scioperi hanno investito un'ampia gamma di grandi aziende, da Nord a Sud, dal gruppo Leonardo a DEMA, il cuore del proletariato industriale in produzione. È un fatto che impatta sulle relazioni industriali tra burocrazie sindacali e padronato, e al tempo stesso riflette la loro impasse. LA LINEA DELLE BUROCRAZIE SINDACALI La politica di collaborazione con Confindustria perseguita in queste settimane dalle direzioni sindacali conosce una crisi profonda. Basta ricostruire le tappe dell'ultimo mese. A fine fe
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Capitalismo criminale Cosa rivela l'intervista clamorosa del sindaco di Brescia 18 Marzo 2020 « Se fossimo partiti tutti prima, il contagio quanto meno sarebbe stato più diluito. Qui è arrivato da Lodi, da Cremona. Come a Bergamo. Si tratta di una zona molto industriale, molto commerciale, dove la gente si sposta rapidamente. Noi, come dodici sindaci dei capoluoghi lombardi, avevamo chiesto sia alla Regione che al governo di chiudere le attività produttive, tenendo aperte solo le filiere di igiene per la casa e quella alimentare. Oltre alla manutenzione dei servizi pubblici essenziali. Il numero dei lavoratori delle fabbriche è molto elevato... Fontana ha sempre mantenuto una posizione severa, ma il peso del mondo industriale sia su Roma che su Milano si è sentito. » Sono le parole di Del Bono (PD), sindaco di Brescia, in una intervista rilasciata martedì 17 marzo a  Il Fatto Quotidiano . Il contenuto è inequivocabile e rivelatore: il “mondo industriale” del bre
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La fabbrica ai tempi del coronavirus. Intervista a un operaio di FCA 19 Marzo 2020 L'emergenza sanitaria che ha colpito l'Italia e altri paesi ha creato dei grandi problemi ai proletari di tutto il mondo. Molti lavoratori sono costretti a lavorare in condizioni sanitarie precarie. Un operaio di FCA di Torino ci ha parlato del suo contesto lavorativo durante la pandemia. Da quanto tempo lavori come operaio in FCA? Oramai sono passati svariati anni. Sono entrato come interinale per poi essere definitamente assunto con il contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Appena si entra in questa realtà, ci si rende velocemente conto della differenza di diritti fra i nuovi assunti e quelli che lavorano con il vecchio contratto a tempo indeterminato. Col quale contratto si veniva tutelati grazie all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Non è un caso che, nonostante la crisi, si continui a cercare personale per disfarsi di quei lavoratori che sono ancora sotto l
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Il vero bipolarismo è tra capitale e lavoro 1 Marzo 2020 Editoriale del  nuovo numero di Unità di Classe Il governo galleggia nella assoluta precarietà. Il voto regionale di fine gennaio in Emilia e Calabria, con la smentita delle ambizioni di Salvini, ha provvisoriamente salvato l'esecutivo, ma non ha rimosso le contraddizioni esplosive su cui si regge. La segreteria Zingaretti ne esce rafforzata. Ma la principale forza politica e parlamentare della maggioranza, il M5S, precipita in caduta libera, senza un punto di gravitazione, con una dinamica di possibile scissione, mentre il partito di Renzi rilancia una politica corsara contro ogni asse tra PD e M5S. Il risultato è un estenuante logoramento del governo e della sua immagine, mentre la destra conferma consenso e blocco sociale, a partire dalle periferie e dalla provincia profonda. IL CROLLO DEL M5S Il crollo del M5S è al centro dello scenario politico. Due anni fa il movimento conosceva un autentico apogeo c

TESSERAMENTO 2020

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Un virus ma non solo 25 Febbraio 2020 Coronavirus: un fattore imprevedibile investe l'economia internazionale, la vita ordinaria di centinaia di milioni di esseri umani, la stessa società italiana. L'immaginario collettivo e il discorso pubblico conoscono per questa via una improvvisa distrazione di segno, un cambio di vocabolario. Sembra che la stessa vita politica sia in qualche modo sospesa, ovunque rimpiazzata dalla emergenza virus. Nel merito fioriscono interpretazioni discordanti, spesso opposte, nella stessa comunità scientifica, tra chi minimizza il fenomeno trattandolo alla stregua di una normale influenza, seppure più perniciosa, e chi invece giunge a paragonarlo alla spagnola del primo '900 (che fece, per inciso, decine di milioni di vittime). Non saremo noi a improvvisare un giudizio clinico, non avendo le competenze scientifiche richieste. Vogliamo invece formulare prime considerazioni e proposte da un punto di vista di classe. Perché è vero c
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A fianco dei lavoratori portuali contro la guerra 12 Febbraio 2020 Il Collettivo Autonomo dei Portuali di Genova ha promosso per il giorno 17 febbraio un’azione di boicottaggio di una nave saudita che trasporta armi in Medio Oriente e probabilmente in Yemen. È un’azione che dà continuità all'iniziativa analoga intrapresa nel maggio scorso col sostegno della CGIL, che allora scioperò. Il coordinamento genovese delle sinistre di opposizione è impegnato in un sostegno attivo di questa iniziativa e nella sua massima valorizzazione. Così il coordinamento nazionale, che ha espresso il comunicato che qui pubblichiamo. Il coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione sostiene l'azione di boicottaggio delle navi di guerra intrapresa e proposta dal Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali di Genova, in continuità con l'azione svolta lo scorso maggio. Come sosterrà ogni altra iniziativa di chiaro contrasto alla guerra che abbia la medesima ispirazione di c
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Per chi suona il citofono 27 Gennaio 2020 I risultati del voto regionale in Emilia-Romagna e Calabria hanno un profilo contraddittorio. In Calabria lo sfondamento del blocco reazionario di centrodestra ha le proporzioni attese, capitalizzando l'autentico crollo del M5S, sullo sfondo dell'assenza sul piano elettorale di qualsiasi sinistra a sinistra del PD. Diverso il caso dell'Emilia-Romagna, dove si è concentrato uno scontro politico di immediata valenza nazionale. Qui la Lega ha cercato lo sfondamento puntando a un effetto domino su scala generale. L'obiettivo era quello di conquistare il governo della regione per accelerare elezioni anticipate e rivincita politica nazionale. Il piano è fallito. Diversi sono i fattori che hanno sospinto la vittoria di Bonaccini. Lo scarto tra Bonaccini e Borgonzoni in fatto di immagine e “credibilità istituzionale”, come mostra il successo della lista personale Bonaccini (5,76%) a fronte del fallimento della lista B
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Via le truppe italiane da tutte le missioni militari! 5 Gennaio 2020 Via le truppe italiane da tutte le missioni di guerra, a partire dall'Iraq, dal Libano, dall'Afghanistan. Questa è la parola d'ordine imposta, tanto più oggi, dagli avvenimenti internazionali. È una parola d'ordine che deve risuonare ovunque. L'Italia è seconda solo agli Stati Uniti in fatto di partecipazione alle missioni militari nel mondo. Per cosa? Per la “democrazia”, la “giustizia”, la “pace”? Mai come oggi questa retorica appare penosa. In Iraq le truppe italiane addestrano la polizia irachena, la stessa che ha fatto 400 morti nelle piazze tra coloro che chiedevano pane e democrazia. In Libia conduciamo la guerra sporca dei droni al fianco di al-Sarraj, dei tagliagole mercenari panislamisti, e ora della Turchia di Erdogan. In Libano l'Italia guida la missione militare varata da Prodi nel 2007 a garanzia dei confini dello Stato sionista e di un regime confessionale