BILANCIO DEL 28 GIUGNO

29 Giugno 2014







La manifestazione del 28 Giugno ha registrato una partecipazione inferiore alle 

necessità, ma è stata importante. Ha segnato la prima manifestazione 

dell'opposizione di classe al governo Renzi, all'apertura del “semestre europeo”. 

Con un netto profilo controcorrente rispetto all'attuale ascesa del renzismo e alla 

sua auto celebrazione propagandistica. 

Tuttavia la composizione del corteo e dell'assemblea conclusiva di piazza è 


stata sintomatica. Diverse sigle formalmente aderenti alla manifestazione si 

sono presentate con una consistenza minima e obiettivamente insignificante, a 

partire dal PRC, evidentemente in altre faccende impegnato ( e che neppure è 

intervenuto ai comizi finali). Nella realtà e nella percezione stessa dei 

partecipanti le organizzazioni realmente riconoscibili per la consistenza della 

loro presenza nazionale sono state due: la USB, assieme all'opposizione interna 

alla CGIL, sul piano sindacale; il PCL, indiscutibilmente, sul piano politico. 

Questo sia nel corteo, sia di riflesso nei comizi finali dal palco ( interventi di 

Paolo Leonardi, Giorgio Cremaschi, Marco Ferrando) 

Questo quadro generale non è esaltante. Rivela la crisi della vecchia sinistra 


classista, a fronte del consolidamento di un governo borghese populista con 

tratti bonapartisti e reazionari. Misura le difficoltà obiettive di rilancio 

dell'opposizione di classe e di massa. Misura infine la somma eterogenea di 

tanti opportunismi. Sia di area Tsipras, sia di area “antagonista”: che invitata a 

convergere sul 28 Giugno, dopo la revoca dell'11 Luglio, ha preferito defilarsi da 

una manifestazione politica troppo “classista” per i suoi gusti. 

Tuttavia questo stesso quadro generale del 28 Giugno, proprio per i suoi limiti, 


disegna più chiaramente l'attuale perimetro delle forze organizzate realmente 

disponibili a un fronte unico di azione sul terreno della lotta di classe. Si tratta di 

investire questo modesto ma prezioso patrimonio nel duro lavoro di innesco di 

una grande opposizione di classe e di massa al governo Renzi e all'Unione 

europea dei capitalisti e dei banchieri. 




Il PCL ha dimostrato di essere l'unico ( piccolo) partito della sinistra italiana che 

tiene il punto. Continueremo a combinare la massima unità d'azione con tutte le 

sinistre politiche e sindacali contro il comune avversario, con la massima 

intransigenza della nostra proposta politica e programmatica: non l'”Europa 

sociale”, non la “moneta nazionale”, ma la rivoluzione socialista e il potere dei 

lavoratori, in Italia e in Europa. La proposta che anche ieri ha segnato per tutta la 

manifestazione il nostro profilo indipendente e rivoluzionario.

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