FMI e UE prendono per il collo il popolo greco. Il negoziato con gli strozzini voluto da Tsipras è fallito. Solo una rottura anticapitalista può liberare la via di una vera alternativa.
28 Giugno 2015
Gli strozzini hanno stretto il cappio attorno al collo della popolazione povera della Grecia.
Il governo Syriza/Anel ha negoziato per mesi con questi creditori, sedendosi al loro tavolo, e promettendo un “compromesso onorevole”. Quel negoziato è fallito. Quella promessa si è rivelata falsa.
Al tavolo negoziale con gli strozzini, nessun compromesso onorevole è possibile per i lavoratori, le lavoratrici, i precari, i e le disoccupat@ in Grecia. Questa verità era chiara ben prima dell’interruzione del negoziato. Il compromesso ufficioso che si era delineato pochi giorni fa, e che Tsipras aveva accettato, prevedeva un nuovo aumento dell'età pensionabile, la cancellazione delle pensioni di anzianità, l'aumento dell'IVA anche su generi alimentari, l'aumento pesante dei contributi pensionistici e sanitari a carico dei lavoratori. Cosa c'era di “onorevole” in tutto questo? Eppure Syriza si stava preparando a gestire su quell'accordo un difficile passaggio interno e parlamentare.
Ma il FMI ha voluto tirare ulteriormente la corda, con nuove pretese, sotto la pressione dei propri soci-banditi: la Lagarde, assecondandoli, ha voluto garantirsi la rielezione a capo del FMI. Nella UE, il blocco dei paesi nordici ha appoggiato il rilancio del FMI, trovando sponda nella Spagna del PP, preoccupata da Podemos. Le contraddizioni interne alla CDU hanno chiuso lo spazio negoziale della stessa Merkel, che non poteva rischiare un incidente parlamentare. La risultante è stato lo strappo della corda.
La scelta del referendum da parte di Tsipras obbedisce a uno scopo preciso: salvare l'unità di Syriza a fronte di un ultimatum ingestibile; salvare l'alleanza con Anel; ottenere dal popolo un nuovo mandato negoziale per continuare a trattare, da posizioni rafforzate, con i creditori strozzini; chiedere nel frattempo la continuità dell'assistenza finanziaria di emergenza della BCE.
I prossimi giorni e già le prossime ore diranno quale sarà la piega degli avvenimenti. A partire dall'atteggiamento che la BCE terrà nei confronti delle banche greche e del governo Tsipras.
Ma l'intero corso della tragedia greca conferma una lezione di fondo.
Il debito pubblico greco verso il capitale finanziario europeo e mondiale è una corda al collo insopportabile. Continuare a negoziare con gli strozzini prolunga un'agonia senza fine per i lavoratori greci. Il cappio va definitivamente tagliato. Il debito va ripudiato. Le banche greche, assistite dalla BCE, hanno visto in questi mesi, la fuga massiccia dei capitalisti greci e delle loro fortune. Solo la loro nazionalizzazione sotto controllo sociale può troncare la via di fuga dei capitalisti, proteggere i piccoli risparmiatori, porre le condizioni di un'anagrafe patrimoniale e di una rifondazione dell'economia greca su nuove basi sociali.
Solo un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e sulla loro forza, può imporre tali misure di svolta. Il PCL è dunque al fianco dei lavoratori greci contro tutti loro avversari. Parteciperà a ogni manifestazione di sostegno e solidarietà alla loro lotta. Ma lo farà contrastando al tempo stesso ogni illusione del riformismo, ogni pretesa fallita di un “compromesso onorevole” con gli strozzini, al fianco dei nostri compagni di EEK.
NO AI CREDITORI STROZZINI , NEMICI DEI LAVORATORI GRECI ED EUROPEI!
PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI IN GRECIA!
PER UN'EUROPA SOCIALISTA!
Il governo Syriza/Anel ha negoziato per mesi con questi creditori, sedendosi al loro tavolo, e promettendo un “compromesso onorevole”. Quel negoziato è fallito. Quella promessa si è rivelata falsa.
Al tavolo negoziale con gli strozzini, nessun compromesso onorevole è possibile per i lavoratori, le lavoratrici, i precari, i e le disoccupat@ in Grecia. Questa verità era chiara ben prima dell’interruzione del negoziato. Il compromesso ufficioso che si era delineato pochi giorni fa, e che Tsipras aveva accettato, prevedeva un nuovo aumento dell'età pensionabile, la cancellazione delle pensioni di anzianità, l'aumento dell'IVA anche su generi alimentari, l'aumento pesante dei contributi pensionistici e sanitari a carico dei lavoratori. Cosa c'era di “onorevole” in tutto questo? Eppure Syriza si stava preparando a gestire su quell'accordo un difficile passaggio interno e parlamentare.
Ma il FMI ha voluto tirare ulteriormente la corda, con nuove pretese, sotto la pressione dei propri soci-banditi: la Lagarde, assecondandoli, ha voluto garantirsi la rielezione a capo del FMI. Nella UE, il blocco dei paesi nordici ha appoggiato il rilancio del FMI, trovando sponda nella Spagna del PP, preoccupata da Podemos. Le contraddizioni interne alla CDU hanno chiuso lo spazio negoziale della stessa Merkel, che non poteva rischiare un incidente parlamentare. La risultante è stato lo strappo della corda.
La scelta del referendum da parte di Tsipras obbedisce a uno scopo preciso: salvare l'unità di Syriza a fronte di un ultimatum ingestibile; salvare l'alleanza con Anel; ottenere dal popolo un nuovo mandato negoziale per continuare a trattare, da posizioni rafforzate, con i creditori strozzini; chiedere nel frattempo la continuità dell'assistenza finanziaria di emergenza della BCE.
I prossimi giorni e già le prossime ore diranno quale sarà la piega degli avvenimenti. A partire dall'atteggiamento che la BCE terrà nei confronti delle banche greche e del governo Tsipras.
Ma l'intero corso della tragedia greca conferma una lezione di fondo.
Il debito pubblico greco verso il capitale finanziario europeo e mondiale è una corda al collo insopportabile. Continuare a negoziare con gli strozzini prolunga un'agonia senza fine per i lavoratori greci. Il cappio va definitivamente tagliato. Il debito va ripudiato. Le banche greche, assistite dalla BCE, hanno visto in questi mesi, la fuga massiccia dei capitalisti greci e delle loro fortune. Solo la loro nazionalizzazione sotto controllo sociale può troncare la via di fuga dei capitalisti, proteggere i piccoli risparmiatori, porre le condizioni di un'anagrafe patrimoniale e di una rifondazione dell'economia greca su nuove basi sociali.
Solo un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e sulla loro forza, può imporre tali misure di svolta. Il PCL è dunque al fianco dei lavoratori greci contro tutti loro avversari. Parteciperà a ogni manifestazione di sostegno e solidarietà alla loro lotta. Ma lo farà contrastando al tempo stesso ogni illusione del riformismo, ogni pretesa fallita di un “compromesso onorevole” con gli strozzini, al fianco dei nostri compagni di EEK.
NO AI CREDITORI STROZZINI , NEMICI DEI LAVORATORI GRECI ED EUROPEI!
PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI IN GRECIA!
PER UN'EUROPA SOCIALISTA!
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